STAMANE AL VIA IL SISTEMA DI MEDICINA DI GRUPPO INTEGRATA
La posizione dei pensionati della Cisl
Motta di Livenza - Stamane al via il nuovo sistema di medicina integrata in ospedale a Motta.
Ma come la vede il sindacato? La Federpensionati Cisl di Treviso, il gruppo sindacale a supporto di anziani e pensionati, supporta il nuovo sistema che prende avvio all’ospedale riabilitativo di Motta (ORAS).
La conferma arriva dal segretario provinciale Francesco Rorato (nella foto), che da anni segue le Utap di tutta la Regione.
Rorato, segue da tempo questi progetti. Qual è la sua posizione e quella della sua organizzazione?
«Il progetto darà maggior centralità alla medicina di base, favorendo un servizio migliore, con ambulatori aperti ininterrottamente 12 ore al giorno. In attesa, tra l’altro, di giungere prima o dopo all’apertura delle 24 ore consecutive. Evitando così molti ricoveri, talvolta impropri, al Pronto Soccorso di Oderzo».
Il fatto di essere ubicata in ospedale che significato avrà?
«In effetti il progetto mira ad implementare col tempo servizi di primo livello forniti oggi solo dall’ospedale. Si diminuirebbero così le visite specialistiche ambulatoriali ospedaliere: il che significa una riduzione delle liste d’attesa. Pensiamo poi alla presenza di personale infermieristico e amministrativo, che sarà in grado di sollevare i medici da incombenze improprie, favorendo dunque la qualità del servizio».
C’è chi, tra i pensionati d Motta, non è d’accordo.
«Le loro osservazioni mi pare abbiano trovato risposta nell’incontro promosso dal Comune la scorsa settimana.
Per quanto ci riguarda consideriamo una fortuna la nuova ubicazione del servizio. L’ORAS così potrebbe essere una vera e propria “cittadella sella sanità” dove si potrà usufruire di tutta una serie di servizi socio-sanitari-riabilitativi agevolati dall’accordo tra Ulss, Medici e Ospedale, che col sistema attuale non sarebbe nemmeno pensabile.
La distanza dal centro? Si tratta di un chilometro: ci sembra un problema risolvibile con opportuni interventi organizzativi grazie alla rete di volontariato già presente in zona.
In provincia vi sono stati esempi con ben altri tipi di distanze.
La privacy? In primis il medico di famiglia non solo mantiene ma addirittura implementa il proprio orario; in seconda battuta se l’utente avrà due diagnosi, non sarebbe sinonimo di maggior sicurezza?
È un’ulteriore garanzia e non un problema».
Ma migliorare si può.
«Siamo in effetti d’accordo su un punto, ossia la necessità di una maggior informazione.
Diamo dunque la nostra disponibilità come sindacato, insieme a tutti i soggetti istituzionali, a partecipare ad un convegno pubblico con tutti i mottensi, convinti che una corretta informazione, senza pregiudizi o apposite storture, non possa che dar beneficio al progetto che potrebbe rendere la sanità mottense una delle migliori a livello regionale».