Treviso tra le città italiane con il più alto incremento dei prezzi: spesi in media 437euro in più a famiglia
Le soluzioni per Dania Sartortorato, presidente Unione provinciale Confcommercio: "Commercio sotto casa, welfare e politiche abitative"
| Isabella Loschi |
TREVISO - Treviso è tra le cinque città italiane con il più alto costo della vita. Secondo l’indagine condotta dall’Unione Nazionale Consumatori, basata sui dati Istat, il capoluogo della Marca trevigiana ha registrato un incremento dell’inflazione del 1,7% rispetto all’anno precedente, posizionandosi al quinto posto nazionale.
Questo aumento si traduce in un notevole impatto economico per le famiglie trevigiane. In media, ogni nucleo familiare si trova a fronteggiare una spesa di 437 euro in più su base annua, una delle più alte a livello nazionale. Questo dato tiene conto di tutti gli elementi inclusi nel paniere Istat, spaziando dagli alimentari ai servizi di ristorazione, dall’abbigliamento ai vari servizi quotidiani. In termini regionali il Veneto si posiziona al secondo posto tra le regioni italiane preceduto solo dal Trentino Alto Adige. A livello regionale, l’inflazione si attesta al 1,3%, comportando un rincaro annuo medio di 324 euro per famiglia.
“Ritengo che ogni fotografia “statistica” richieda letture ed interpretazioni e non possa connotare a pieno l’identità di un territorio o di una città. Nessuna media rende ragione della realtà. Ci sono sempre, per ogni aumento, motivazioni “buone” e motivazioni “cattive”, il commento di Dania Sartorato, presidente Unione provinciale Confcommercio.
“Tra le prime “motivazioni buone” va considerata l’attrattività della città e di tutto il suo territorio circostante. Treviso, e con essa la provincia intera e le zone Unesco, inizia ad essere un luogo scelto per investimenti, seconde case, pensioni da trascorrere, qualità della vita e della sanità, qualità dei poli formativi e dell’Università, opportunità turistiche, occasioni di shopping e eccellenze gastronomiche, in generale per la “bellezza” intrinseca, e questo elemento, se da una parte porta crescita e ricchezza, dall’altra porta rincari perché non tutti coloro che investono ci vivono e perché la domanda di affitti e di immobili è superiore all’offerta. Lo stesso fenomeno che, in maniera esponenziale, è capitato a Milano, la città “più polarizzante d’Italia” che richiama molti investimenti immobiliari. Poi, il trend di crescita del turismo, dell’extra ricettivo e della ristorazione: se guardiamo alla storia recente il “turismo della Marca trevigiana”, così colto, alto-spendente, attento e raffinato, è un trend relativamente recente che ha fatto aumentare i prezzi di partenza che erano oggettivamente bassi”.
“Quanto alle “motivazioni cattive” ovviamente l’inflazione, i rincari delle materie prime, gli esiti della pandemia, il caro affitti, i tanti immobili sfitti, le incertezze dei mercati, l’aumento dei trasporti generano aumenti in alcuni settori specifici che però non devono spaventare perché sono ciclici e temporanei”. Sulla salute infine Sartorato aggiunge: “Sapevamo bene che due anni di pandemia, avrebbero portato ad un incremento di spese per la salute: sia per l’inevitabile ricorso alle strutture private dato che il pubblico ha dovuto assorbire un’emergenza sanitaria di dimensioni epocali, sia perché molti cittadini nel periodo Covid hanno rinviato i controlli periodici ed in parte rinunciato all’importante prevenzione”.
In questo contesto per la presidente la sostenibilità va cercata su tre fronti. “Il fronte del consumo trova risposte nel commercio di prossimità, nella spesa sottocasa dettata da stagionalità, filiera corta, nel saper “acquistare”. Il fronte redditi sicuramente nell’aumento della capacità di spesa dei consumatori, nel riposizionamento del concetto tradizionale di busta paga, che trova valore aggiunto nel welfare pubblico e privato, nella capacità di attingere ai bonus mirati, nel sostegno al reddito della bilateralità. Il terzo ed ultimo fronte è quello delle politiche abitative innovative, che chiedono profondi cambiamenti e che sono già all’attenzione di sindaci ed amministratori: pensiamo al protocollo dell’abitare siglato in Provincia da Confcommercio e varie Associazioni, e alle tante iniziative già in cantiere poste in atto nel capoluogo ed in molti comuni sensibili all’inclusione sociale ed attenti a famiglie, coppie, giovani, anziani, studenti e nuovi lavoratori”.
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