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24 gennaio 2025

Nord-Est

Gino Cecchettin, pensiamo ad una fondazione nel nome di Giulia

"La cerimonia di conferimento della laurea a febbraio"

| Ansa |

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Gino Cecchettin, pensiamo ad una fondazione nel nome di Giulia

VENEZIA - "Il progetto di creare una assoociazione, o una Fondazione per Giulia, così come mi hanno consigliato, è nei nosri piani". Lo ha detto Gino Cecchettin, il papà della ragazza uccisa dall'ex fidanzato, intervenendo a "Che tempo che fa" su La9. Interpellato da Fabio Fazio, Cecchettin ha parlato anche della laurea, che Giulia doveva discutere nella settimana dell'omicidio, e che le verrà attribuita dall'Università di Padova: "presumibilmente le verrà conferita a febbraio" ha concluso papà Gino.

"Ad un certo punto, quando ti ritrovi a piangere la perdita di una figlia, e io ho iniziato a piangere per Giulia già la domenica, perchè un padre certe cose le sente, ti viene quasi normale provare rabbia e odio. Poi però mi sono detto: no, io voglio essere come Giulia, e ho concentrato tutto il mio cuore, tutta la mia forza, su di lei, sono riucito ad azzerare l'odio, la rabbia". "Questo, ancora oggi - ha proseguito - può sembrare un ragionamento troppo razionale. Ma alla fine è molto umano: io voglio amare, non vogio odiare, perchè comunque l'odio ti porta via energia. Ecco, è tutto lì".

Insulti e minacce web, per i Cecchettin 'ora basta'
Neppure un mese dall'ondata emotiva che ha travolto l'Italia per l'assassinio di Giulia Cecchettin, e già la polvere malevola degli haters si è sollevata per contrastare, a colpi di insulti e minacce via web, l'empatia per la sorte di papà Gino e a Elena, sorella della studentessa 22enne assassinata dall'ex fidanzato Filippo Turetta. Entrambi si sono rivolti alle forze dell'ordine perchè la giustizia individui i responsabili delle frasi ignobili che spuntano quotidianamente dal buio della 'rete'. Il legale di Gino Cecchettin, Stefano Tigani, ha presentato una querela per diffamazione alla Polizia postale per i messaggi contenenti decine di frasi di odio e video deliranti rivolti a Giulia via web. Una seconda querela per diffamazione, secondo quanto si apprende, è stata fatta invece da Elena, la sorella di Giulia, nei confronti del consigliere regionale ed ex consigliere della lista Zaia, Stefano Valdegamberi che in un post aveva scritto che la ragazza "ha simboli satanici e fa la recita". Per qualcuno a contribuire ad alimentare l'affiorare di offese e ingiurie potrebbe essere stata proprio l'esposizione mediatica a cui l'uomo, insieme alla cerchia familiare e amicale, si è prestato costantemente in queste settimane, trasformando un lutto personale in una sorta di tragedia collettiva. Offrendo, in qualche modo, un megafono alla voce di tutte le storie di femminicidi. E polemiche ci sono state anche per un articolo del Giornale di oggi che chiedeva "dov'era Gino Cecchettin" quando sua figlia veniva perseguitata da Turetta.

La laurea in ingegneria biomedica che Giulia avrebbe dovuto conseguire proprio nella settimana in cui è stata uccisa sarà consegnata con una cerimonia dall'Università di Padova "presumibilmente a febbraio". "Il mostro è qualcosa di eccezionale, ma nel caso di Giulia come in quello di quasi tutti i femminicidi - ha ripetuto - stiamo parlando di normalità: quindi dovremmo capire quelle che sono le cause che portano una persona normale a commettere questi gesti. E lì bisogna agire, utilizzando ad esempio molto di più i canali comunicativi genitori-figli".

La posizione di Tigani rispetto agli hater è stata chiarita nel pomeriggio: "a seguito di numerose segnalazioni giunte da molti cittadini e apprese anche direttamente, Gino Cecchettin comunica che ogni attività diffamatoria e denigratoria posta in essere nei confronti propri e della famiglia troverà pronta reazione a termini di legge". Lo stesso legale dell'associazione Penelope è sbigottito: "è spaventoso dover vedere azioni simili in una tragedia di queste dimensioni e nel dolore che la famiglia sta vivendo. E' doveroso assumere ogni iniziativa conseguente". In uno dei messaggi si dice perfino che Gino, essendo ingegnere, avrebbe calcolato ogni reazione al dramma per promuovere la sua azienda, nonostante fin dal giorno del funerali abbia chiarito senza ambiguità di volersi prendere una pausa lavoro. "Abbiamo tre mesi di tempo per agire penalmente - concude Tigani - e siamo pronti a presentare anche cento denunce se necessario".

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