22 novembre 2024
Categoria: Altro - Tags: vino, Michela Pierallini
Michela Pierallini | commenti |
Ora mi sono rotta le scatole.
Dico scatole per non usare sproloqui.
Mi tiro fuori da tutte le discussioni sul vino, no, non sul vino, ma sul VOCABOLARIO che ci gira intorno.
Naturale, biologico, biodinamico, puzzolente, artigianale, chimico, sano e marcescente..
“BASTA!
”
Divento sorda e me ne infischio!!
Vecchiette che fanno la calza, è questo che mi viene in mente quando leggo tanti discorsi fini a se stessi.
Si sferruzza e si blatera a vanvera per passare il tempo.
“non ci sono più le mezze stagioni”
“rosso di sera bel tempo si spera”
“si stava meglio quando si stava peggio”
Uff, che noia!
Almeno le vecchiette alla fine qualche calzino lo hanno prodotto.
E tutti lì a cercare la parola giusta.. e si discute, si litiga, ma che stiamo parlando di VINO ci si ricorda?
“Che il VINO non lo ordina il dottore, l’abbiamo presente?
”
Voglio bere un vino che mi dia piacere, che mi faccia provare un’emozione, che mi faccia vibrare le corde,
non me ne frega niente se è pseudo-artigianale,
se è fatto come il nonno lo faceva,
se viene proposto al gusto topo perché una volta in cantina lo zio aveva i topi.
I vini ben fatti si trovano numerosi, e te ne accorgi,
puoi dire che sono buoni,
sono compiti ben svolti, formule applicate, testi scritti sulle righe di un quaderno.
Io voglio di più. Cerco la scintilla nella mia bottiglia.
Se posso scegliere, perché no?
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