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09 novembre 2024

Vittorio Veneto

Profughi, "Un'invasione programmata"

Toni Da Re sulla questione migranti

| Stefania Rotella |

| Stefania Rotella |

Profughi,

VITTORIO VENETO - “La politica di Schengen è fallita”. Lo afferma Gianantonio “Toni” Da Re, segretario nazionale della Liga Veneta- Lega Nord. La situazione dei profughi continua a dividere l’opinione pubblica, tra chi accoglie e chi innalza muri. Il segretario nazionale della Lega Nord-Liga Veneta Da Re, ex sindaco di Vittorio Veneto, leghista doc, su questo ha un’ idea chiara, in linea con quella dell’eurodeputato leghista Matteo Salvini. Da Re, da tutti conosciuto come “il Baffo”, sull’emergenza profughi, che con la bella stagione vedrà riprendere gli sbarchi, è sempre stato favorevole ad una regolamentazione dei flussi migratori. Idee seguite dai sindaci leghisti.

Che fare per l’emergenza profughi sia a livello locale che nazionale?

“Non si può portarli qui e poi scaricarli alla comunità con sufficienza e arroganza come fa qualcuno. Prospettive di lavoro non ce ne sono. Va censito chi è effettivamente profugo e chi non lo è. Chi non lo è va rispedito a casa. Il costo di mantenimento a settimana di un profugo è maggiore del costo del biglietto aereo per riportarlo a casa. Il compito di censire questa situazione è del Ministero dell’Interno”.

Stanno ritornando muri, confini e dogane. E’ il fallimento di Schengen?

“L’invasione è stata programmata. Alcuni Paesi europei stanno rimettendo muri e confini, La politica di Schengen è fallita, non esiste più, il governo Renzi-Alfano è l’unico che accoglie, con le conseguenze che sono sotto gli occhi di tutti. Credo che di 200 mila persone arrivate, circa 15 mila possano essere quelli da considerarsi aventi diritto allo status di rifugiato”.

Chi arriva a volte si trova a dover vivere in luoghi fatiscenti e in condizioni di sfruttamento. La situazione generale non è una violazione dei diritti umani?

“Le condizioni disumane vengono descritte dagli operatori. In realtà poi i profughi hanno tutti un telefonino in tasca, un posto dove dormire e un pasto caldo. Alla fine credo che la soluzione sia arrivare ad un’identificazione di chi arriva e al respingimento di chi non ne ha diritto”.

©Riproduzione riservata

 


| modificato il:

Stefania Rotella

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