14 dicembre 2024
- Tags: alimentazione vegetariana, dieta vegetariana, inquinamento, allevamenti intensivi
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Negli ultimi anni ho dedicato parte del mio aggiornamento allo studio dell'alimentazione vegetariana, stimolata in prima battuta dalla visione di film e documentari sull'allevamento intensivo e successivamente dalla lettura di libri e articoli che ne documentavano l'adeguatezza nutrizionale. Inizialmente mi ha colpito uno studio che traduceva i differenti stili alimentari in inquinamento prodotto, ossia a quanti chilometri percorsi in automobile corrispondono il modello alimentare onnivoro, onnivoro solo carni bianche, vegetariano, vegano e vegano biologico.
Secondo l'American Dietetic Association (ADA) le diete vegetariane e vegane correttamente pianificate sono salutari e adeguate alla copertura dei fabbisogni nutrizionali, in tutti gli stadi del ciclo vitale. La posizione dell'ADA evidenzia inoltre la correlazione positiva tra alimentazione vegetariana e minor rischio di malattie cardiovascolari e tumorali*. Il vantaggio di questo modello alimentare risiederebbe nel maggior consumo di fibre, antiossidanti, sostanze fitochimiche per la sostituzione di carne e pesce (nella scelta vegan anche latticini e uova) con maggiori quantità di legumi, frutta secca e semi oleosi.
L'alimentazione vegetariana si basa infatti sull'assunzione di cibi vegetali appartenenti a cereali (riso, frumento, farro, orzo e pseudocereali), legumi (fagioli, ceci, lenticchie, fave, lupini, soia), verdura fresca, frutta fresca, frutta secca oleosa (noci, nocciole, mandorle, pistacchi, pinoli, anacardi, noci del Brasile), semi oleosi (zucca, lino, sesamo, girasole), con la personale scelta di aggiungere latte, formaggi e uova.
Quello che osservo nel mio lavoro sono spesso alimentazioni onnivore monotone, fatte ciclicamente degli stessi cibi. E allora vorrei incoraggiare tutti coloro che abbiano trovato nelle righe precedenti il nome di qualche cibo sconosciuto o semplicemente mai utilizzato a sperimentare un po' di più nella propria cucina: mettere un cucchiaio di semi nell'insalata mista, sostituire almeno una volta alla settimana la bistecca con i legumi, accompagnare la colazione con una manciata di frutta secca, alternare alla classica pasta l'orzo, il riso integrale, il farro, il miglio. Questo è il primo passo verso un'alimentazione più sana: integrare la propria dieta abituale con cibi nuovi ricchi di fibre, antiossidanti, grassi insaturi e proteine vegetali.
Se poi si vorrà proseguire riducendo la frequenza di consumo della carne sarà importante non cadere nella trappola dell'abuso di formaggi e primi piatti.
Sapere che la maggior parte delle coltivazioni di soia e mais vengono destinate ad essere mangime per animali invece che cibo per gli uomini, che immense porzioni di Foresta Amazzonica vengono abbattute per fare spazio agli allevamenti intensivi, che le deiezioni animali (con il loro contenuto in farmaci) inquinano falde, fiumi e mari, che la popolazione mondiale cresce e cresce la richiesta di carne con le sue conseguenze, potrebbe portarci a fare scelte più consapevoli.
Per non pesare sulla terra.
*Per approfondire
Eva Da Ros
Dietista con perfezionamento nel trattamento dell'obesità e master in disturbi dell'alimentazione in età evolutiva. Da alcuni anni studio con interesse l'alimentazione vegetariana.
Scienze e tecnologie
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Stefania De Bastiani
19/11/2012 - 17:20
Semi
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Eva Da Ros
19/11/2012 - 22:54
Ciao Stefania,
alcuni supermercati iniziano a proporli, ma per andare sul sicuro prova nei negozi di biologico o in erboristeria.
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